Gli Effetti dell’Inquinamento Atmosferico sulla Salute


[N.D.R. Il testo in verde è il completamento dell’articolo che trovate sul giornalino]

di Martina Mastroddi e Francesco Lalli

Intervistiamo la dottoressa Patrizia Gentilini, medico di lunga esperienza e membro dell’Associazione Medici per l’Ambiente, che, tra le tante iniziative, si occupa di studiare le correlazioni tra inquinamento e salute delle persone.

1) Dott.ssa Gentilini, che cos’è ISDE?

Nel 1989, un gruppo di medici italiani, grazie all’idea di un medico di Medicina Generale –Roberto Romizi – profondamente consapevoli che i rischi per la salute fossero inequivocabilmente legati al degrado ambientale e non solo a scorretti stili di vita, decise di fondare l’Associazione Italiana dei Medici per l’Ambiente. Negli stessi anni altri colleghi nel resto del mondo raggiungevano la stessa consapevolezza ed è così, che nel 1990, nasceva l’International Society of Doctors for the Environment (ISDE). Si tratta di una associazione unica al mondo nel suo genere e riconosciuta dalle Nazioni Unite e dall’WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità). Ad oggi, sono migliaia i medici che hanno aderito ad ISDE in tutti i continenti e che, con costanza e determinata volontà, si impegnano nel diffondere le conoscenze circa le ricadute che l’inquinamento ambientale comporta per la salute umana, conoscenze  che ogni giorno di  più sono confermate dalla letteratura scientifica più accreditata.

Grazie ad una sempre più capillare e diffusa conoscenza della relazione fra ambiente e salute  ISDE si propone -come fine ultimo-  quello di orientare quindi non solo le scelte dei singoli, ma soprattutto quelle dei decisori politici e degli amministratori  affinchè antepongano il rispetto della salute umana e dell’ambiente ai diktat dell’economia, invertendo la rotta di uno  sfruttamento delle risorse del pianeta sempre più insostenibile e che rischia di pregiudicare la stessa possibilità di vita per chi verrà dopo di noi.

Valore fondante di ISDE è  la ricerca e la rimozione delle cause ambientali delle malattie (Prevenzione Primaria), nonché la difesa dell’indipendenza della Scienza da ogni conflitto di interesse, riscoprendo quindi la centralità dell’Etica nella professione medica. Negli anni molte persone speciali hanno contribuito alla crescita di ISDE, ma in particolare Lorenzo Tomatis, scienziato di grande rigore morale e di grande valore nel campo della cancerogenesi ambientale, nonché Direttore delle IARC ( Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) che ha ricoperto il ruolo di Presidente del Comitato Scientifico Internazionale fino alla sua morte, avvenuta nel 2007.   ed Eva Buiatti,   che è stata Presidente del Comitato Scientifico dell’ISDE Italia dal 1990 e che ha ispirato il concetto della strategia di Salute in tutte le politiche.

Dott.ssa è davvero così grave la situazione che i media riportano sull’inquinamento atmosferico?

L’ultimo rapporto sulla qualità dell’aria (1) presentato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il 27 Settembre del 2016, conferma che solo l’8 % della popolazione mondiale respira aria caratterizzata da una composizione atmosferica in cui i valori delle sostanze inquinanti rispettano i limiti individuati dalla stessa OMS per la salvaguardia della Salute Umana. Purtroppo l’aria che respiriamo è ormai un “cocktail” di sostanze inquinanti e tossiche, fra cui le più comuni sono il Particolato (PM) di varia granulometria, Ossidi di Azoto e Zolfo, Ozono, Monossido di Carbonio, Metalli Pesanti, Benzene e molte altre ancora. A differenza di quanto si potrebbe pensare parlando di cattiva qualità dell’aria e salute il primo bersaglio non è l’apparato respiratorio, ma quello cardiovascolare e gli effetti che si registrano sono sia a breve che a lungo termine. A breve termine aumenta la mortalità generale e la mortalità per infarto ed ischemia cerebrale e a lungo termine il rischio di patologie respiratorie e cancro al polmone. L’ultimo rapporto sulla Qualità dell’Aria in Europa (2) ha valutato che in Italia le morti premature attribuibili ai livelli di PM2.5, Ozono e NO2 nel 2013 siano ben 91.050 casi (1° posto in Europa) e per chi vive nella Pianura Padana – una delle aree più inquinate del Pianeta- c’è davvero di che preoccuparsi! Complessivamente in Europa sono stati registrati 467.000 morti premature e questo sembra davvero un bollettino di guerra!

Di quali rischi stiamo parlando nello specifico per il particolato fine e ultrafine?

La pericolosità del Particolato dipende dalla sua granulometria e tanto più è fine tanto più è pericoloso in quanto in grado di penetrare nelle diramazioni più profonde dell’apparato respiratorio; ricordiamo che coi termini PM10 e PM2,5 si indicano le frazioni di particolato aerodisperso aventi diametro aerodinamico inferiore rispettivamente a 10 e a 2,5 µm. Particolarmente pericoloso è il particolato ultrafine, quello che ha dimensioni inferiori a 0,1 µm, simile per intenderci a quelli dei virus, per cui riesce ad attraversare la parete degli alveoli polmonari e penetrare nel torrente circolatorio, arrivando in ogni distretto dell’organismo. Particelle di queste dimensioni sono in grado di attraversare le membrane cellulari, insinuandosi fino al nucleo delle cellule, compromettendo così le normali e regolari funzioni delle stesse, causando gravi rischi per la salute. In sintesi si crea uno stato di infiammazione generalizzata, si attivano i processi che portano ad un aumento della coagulabilità del sangue e di qui il rischio di ischemie, trombosi, infarti, emorragie cerebrali, che possono avere luogo anche solo dopo poche ore dall’esposizione alle polveri fini ed ultrafini . Nel 2013 l’Agenzia per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha riconosciuto poi sia l’inquinamento atmosferico ( “outdoor air pollution” ) che il Particolato (PM) come “cancerogeno per l’uomo” per cancro al polmone e alla vescica. Per quanto riguarda il rischio di cancro una recente metanalisi ha valutato che per ogni incremento di 10 mcg/m3 di PM 2.5 l’adenocarcinoma del polmone aumenti del 40% (3).L’OMS ha valutato che nel 2010 siano stati 223.000 i decessi nel mondo, per cancro al polmone da inquinamento atmosferico. Ma oltre a questi effetti è ormai ampiamente documentato che la cattiva qualità dell’aria comporta un aumento del rischio di molte altre malattie quali: diabete, asma infantile e leucemie infantili, parti prematuri, malformazioni, abortività spontanea, alterato sviluppo del sistema immunitario, Alzheimer e soprattutto danni al cervello in via di sviluppo con aumento anche dei disturbi dello spettro autistico.

3) Ma i limiti normativi predisposti dalla legge, ci tutelano dal punto di vista della Salute Umana?

I limiti di legge sono purtroppo un compromesso fra conoscenze scientifiche e interessi economici, sono calcolati su individui adulti di 70 kg ed è ovvio che organismi in accrescimento o bambini siano molto più suscettibili. Inoltre, per sorgenti puntuali ad esempio, sono calcolati per singolo m3 di fumi emessi, trascurando il volume complessivo dei fumi (flusso di massa) e la sommatoria fra le diverse fonti inquinanti. Per far capire come al Legislatore la salute interessi ben poco segnalo, ad esempio, il Decreto di Legge n. 155 del 13/08/2010, con cui il Governo posticipava al 31 Dicembre 2012 il divieto di superamento del livello 1 nanogr/m3 per il benzo(a)pirene (agente cancerogeno e genotossico); specificando tuttavia che: l’obiettivo di qualità di 1 nanogr/m3, anche dopo la data indicata, dovrà essere osservato purché ciò non comporti costi sproporzionati per l’industria”.

I limiti di concentrazione degli inquinanti nelle nostre città però rispettano le indicazioni dell’OMS, giusto?

Purtroppo no, i limiti identificati per legge sono spesso ben più elevati di quelli identificati dalla OMS o dalla Comunità Scientifica come cautelativi per la salute, ad esempio il limite di legge indicato per il PM10 è di 40 µg /m3 come media annuale, ma secondo la Società Respiratoria Europea il limite è da porsi a 20 µg/m3; così pure per il PM2,5 è previsto un limite normativo di 25 µg/m3, mentre la Società Respiratoria Europea pone il limite di sicurezza a 10 µg/m3. Inoltre per molti inquinanti, compreso PM2,5 non esiste una “soglia di sicurezza” per cui qualunque livello di esposizione è da considerarsi pericoloso. Se poi pensiamo che molto spesso neppure i limiti di legge vengono rispettati – come si è registrato in questi primi mesi dell’anno nel nostro paese e soprattutto in Pianura Padana dove il PM2,5 ha raggiunto livelli di oltre 40 µg/m3 – c’è di che essere davvero preoccupati. Vorrei sottolineare ancora una volta come siano purtroppo i bambini a pagare il prezzo più alto per la cattiva qualità dell’aria, sia con aumento di rischi immediati come l’asma, sia perché i polmoni raggiungono la piena funzionalità all’età di 20 anni e il loro regolare sviluppo viene quindi compromesso se fin da piccoli si respira una aria inquinata, aumentando quindi il rischio di patologie polmonari nell’età adulta. Nel 2002 uno studio effettuato sulla popolazione di otto tra le maggiori città italiane e coordinato dall’OMS mise in evidenza che l’inquinamento dell’aria è responsabile di 30.000 attacchi d’asma l’anno nei soggetti di età inferiore ai 15 anni (4). Si stima che l’8 % dei casi di asma siano attribuibili all’inquinamento dell’aria se si vive in un raggio di circa 75 metri da una strada con intenso traffico. Lo studio dimostra che la stima delle riacutizzazioni causate dall’inquinamento dell’aria è ben più alta di quello che si pensava. La ricerca fa riferimento agli inquinanti emessi dal traffico veicolare, ma gli stessi effetti sull’apparato respiratorio sono causati dagli inquinanti emessi dalla combustione del carbone, dei rifiuti , dal traffico navale e da altre attività industriali.(5)

E’ importante sottolineare la pericolosità dell’inquinamento atmosferico non solo per la salute infantile, ma per la qualità dell’aria che la mamma respira durante la gravidanza. Purtroppo il particolato e le sostanze tossiche ed inquinanti presenti anche nell’aria che respiriamo passano attraverso la placenta dalla madre al feto potendo arrecare gravi danni allo sviluppo di tessuti, organi ed apparati nel periodo più delicato di tutta la vita, quello della vita intrauterina. Un recentissimo articolo su Paediatr Respir Rev.  Air pollution during pregnancy and lung development in the child fa una accurata revisione di tutte le evidenze scientifiche disponibili per quanto riguarda lo sviluppo polmonare. Si sottolinea in particolare che l’ inquinamento dell’aria durante il periodo prenatale può influire sull’organogenesi e danneggiare lo sviluppo a lungo termine. L’ inquinamento dell’aria durante la gravidanza può alterare la funzione respiratoria in 2 modi: indirettamente causando basso peso alla nascita, parto prematuro, o alterato sviluppo del sistema immunitario o direttamente diminuendo la funzione polmonare ed aumentando i sintomi respiratori e l’asma. Inoltre l’alterato sviluppo del polmone contribuisce alla mortalità infantile e rigorose azioni dovrebbero essere immediatamente intraprese per ridurre l’esposizione e proteggere la salute.

Già una metanalisi del 2012 aveva evidenziato che l’incremento di 10 µg/m3 di PM2,5 , comporta un aumento del 15% di nascite premature e del 9% di basso peso alla nascita; minore il rischio per il PM10 in quanto l’ incremento di 10 µg/m3 di PM10, comporta un aumento del 2% sia di nascite premature che di basso peso alla nascita. Ma per la cattiva qualità dell’aria aumenta anche il rischio di malformazioni congenite cardiache: una metanalisi ha evidenziato che l’ incremento

10 /ppb di NO2 comporta un aumento del 20% di rischio di coartazione aortica e del 25% di rischio di tetralogia di Fallot (detta anche sindrome del bambino blu, e che per ogni incremento di 10 µg/m3 di PM10 aumenta del 14% il rischio di difetti del tratto interatriale (malformazione cardiaca congenita). Infine per esposizione a CO, SO2 e O3 aumenta anche il rischio di rottura prematura delle membrane, con tutte le problematiche che ne conseguono. Interessanti evidenze sono scaturite anche dallo studio Moniter, condotto dalla regione Emilia Romagna per indagare lo stato di salute nella popolazione residente entro 4 km dagli 8 inceneritori di rifiuti della regione. Come indicatore di esposizione è stato considerato il PM 10 anche se proprio da questo studio è emerso che l’87% del particolato emesso da un “moderno” inceneritore di rifiuti è PM 2,5 quello che sappiamo essere più pericoloso. Dal Moniter comunque uno studio pubblicato nel 2015 ha evidenziato anche un incremento dell’abortività spontanea del 29% nelle donne più esposte, che diventa addirittura del 44% in quelle alla prima gravidanza. Sempre dal Moniter era emerso da un altro studio nel 2013 un incremento del 30% di nati pre termine nelle donne più esposte alle emissioni degli inceneritori. Ma vi è qualcosa di ancora più inquietante legato al fatto che l’aria che respiriamo è ormai un cocktail di sostanze che hanno una azione neurotossica e tutto questo è ancora una volta estremamente pericoloso per i bambini, ed ancor più per il cervello in via di sviluppo, come evidenziato in questo lavoro. Il cervello in via di sviluppo è infatti un organo estremamente delicato, particolarmente sensibile alle sostanze tossiche come denunciato già nel 2006 da un articolo su Lancet in cui si denunciava una sorta di PANDEMIA SILENZIOSA” ovvero il fatto che ormai “ Un bambino su sei presenterebbe danni documentabili al sistema nervoso e problemi funzionali e comportamentali, che vanno dal deficit intellettivo, alla sindrome da iperattività, all’autismo”. Si pensi che dai dati del CDC ( Center for Diseases Control and Prevention di Atlanta U.S.A) la prevalenza di autismo negli Stati Uniti è cresciuta negli ultimi 12 anni del 289.5% e che se nel 2000 vi era negli U.S.A un bambino ogni 150 con diagnosi di autismo, nel 2010 ne è colpito un bambino ogni 68!

Uno studio caso-controllo condotto sulla grande coorte delle infermiere americane (116.430 soggetti ) ha messo in luce il potenziale fattore di rischio rappresentato dalla esposizione durante la gravidanza a PM2.5. Lo studio ha identificato 245 bambini nati fra il 1990 e 2002 a cui sono stati diagnosticati disturbi dello spettro autistico ( ASD) e 1522 controlli sani e si è risaliti sia per i casi che per i controlli ai livelli di PM 2.5 cui era stata esposta la madre in gravidanza. E’ emerso un rischio statisticamente significativo di oltre il 40% per i più elevati livelli di PM 2.5 nel terzo trimestre (OR = 1.42 IC 1.09-1.86).

Una ampia revisione pubblicata sulla relazione esposizione a particolato e disturbi dello spettro autistico (ASD) e che ha preso in esame 1.158 lavori pubblicati sull’argomento ha valutato che per ogni incremento di 10-μg/m3 di PM2.5 il rischio di ASD aumenti del 132%.

Anche per gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), come per il PM 2.5, è emersa una gravissima azione neurotossica sul cervello in via di sviluppo. Lo studio, pubblicato su Jama Pschiatry è stato condotto su una coorte di bambini nati fra il 1998 ed il 2006 in cui era stato monitorato il livello di IPA cui era stata esposta la madre in gravidanza e poi sottoposti a risonanza magnetica nucleare. L’indagine ha permesso di stabilire che esiste una relazione dose-risposta fra esposizione prenatale ad IPA – specie nel 3° trimestre di gravidanza- e riduzione in età infantile della sostanza bianca dell’emisfero sinistro che si associa a ritardo intellettivo, rallentamento dei processi cognitivi, problemi di comportamento, disturbi dell’attenzione ed iperattività. Crediamo che la gravità di tali scoperte non abbia necessità di ulteriori commenti.

Non va infine dimenticato che come per alcuni IPA, anche per metalli quali piombo e mercurio, è documentata da decenni una azione neurotossica ed anche per arsenico, cadmio, nickel, pure presenti in aria e classificati da decenni come cancerogeni certi per l’uomo, non esiste una soglia identificabile al di sotto della quale queste sostanze non comportino un rischio per la salute umana. Va infine ricordato che per l’inquinamento atmosferico aumenta in modo statisticamente significativo anche il rischio di leucemie acute nei bambini: una revisione sull’argomento ha valutato in particolare la prossimità della residenza a strade molto trafficate e per esposizione a benzene il rischio è risultato aumentato del 128%.

4) Ma allora cos’è che respiriamo veramente? E quali sono gli effetti di quest’aria sulla nostra salute?

NDR: Per una più immediata e diretta comprensione, si è preferito riportare e organizzare le informazioni esposte dalla Dott.ssa Gentilini, relative ai principali inquinanti presenti in aria e gli effetti degli stessi sulla Salute Umana, nella seguente tabella, tratta da Air quality in Europe report 2014:

PM (particolato)

Causare o aggravare malattie cardiovascolari e polmonari, aritmia e infarti. Può causare cancro e malattie respiratorie anche infantili, aterosclerosi nascite premature e morti premature.

Ozono (O3)

Può diminuire funzione polmonare, aggravare asma e altre malattie polmonari. Può essere causa di morti premature.

Ossido d’Azoto (NO2)

Può essere causa dell’aumento di mortalità di tutte le malattie cardiovascolari e respiratorie.

Ossido di Zolfo (SOX)

Aggrava l’asma e fa diminuire le funzioni delle vie respiratorie. Può causare mal di testa e in generale, può essere causa di disagi fisici e ansia.

Monossido di Carbonio (CO)

Può causare malattie cardiovascolari e danni al sistema nervoso; può causare mal di testa e senso di fatica.

Arsenico (As)

Può causare il cancro a lungo termine; malattie come il diabete e alterazioni della ripolarizzazione cardiaca.

Cadmio (Cd)

Può avere un affetto inibitore sui meccanismi di riparazione del DNA e un azione distruttiva sul sistema endocrino.

Piombo (Pb)

Può attaccare ed essere fonte di malattia per tutti gli organi, ma soprattutto può essere causa delle malattie cardiovascolari e del sistema nervoso. Può causare danni neuropsichici nell’infanzia e pressione alta nei soggetti adulti.

Mercurio (Hg)

Può causare gravi danni al sistema digestivo, respiratorio e al sistema nervoso; inoltre può causare autismo e dislessia.

NicKel (Ni)

Ad elevate concentrazioni è ritenuto cancerogeno per l’uomo

Benzene

Cancerogeno umano

5) E’ stata fatta una stima dei COSTI, legati ad un aumento di tante malattie?

Si, ormai si possono conteggiare in modo molto attendibile i costi sociali e sanitari dovuti all’inquinamento e ritengo paradossale il fatto che in una società così attenta all’economia e alla finanza, questi costi non vengono purtroppo mai presi in esame. Si tratta di costi “esternalizzati” che mai vengono conteggiati nel bilancio di insediamenti produttivi/industriali/grandi opere e che pure ricadono pesantemente su tutta la società. Sono stati pubblicati diversi studi sull’argomento che stimano un aggravio per le casse degli Stati fino a decine (e in alcuni casi centinaia) di miliardi di dollari all’anno! È lecito aspettarsi effetti simili anche nella situazione italiana. Per esempio i costi dei nati prematuri in U.S.A. a causa dell’esposizione a particolato atmosferico sono valutati in 4.33 miliardi di dollari (6). In Italia l’ospedalizzazione dei bambini di peso molto basso alla nascita è mediamente di 59,7 giorni con un costo di 20.502 euro, per i nati a termine la durata media di ospedalizzazione è 3 giorni con un costo di 907 € (7). Ricordo che dallo studio Moniter, condotto per indagare le ricadute sulla salute nella popolazione residente entro 4 km dagli inceneritori di rifiuti è emerso un rischio più elevato e statisticamente significativo sia di nati pre-termine che di abortività spontanea (8,9) Questi riscontri non stupiscono se si tiene conto che proprio dal Moniter è emerso che l’87% del particolato emesso da un “moderno” inceneritore di rifiuti è costituito da PM 2,5.

Quali sono i costi economici dell’inquinamento?

  1. Di recente è stato calcolato che i costi correlati a nascite pre termine negli U.S.A per esposizione a PM 2.5 ammontino a 4.33 miliardi di dollari (Environ Health Perspect. 2016 Mar 29. Particulate Matter Exposure and Preterm Birth: Estimates of U.S. Attributable Burden and Economic Costs.).

  2. Uno studio, condotto per confrontare i costi per l’insieme delle patologie attribuibili ad esposizione a piombo nell’infanzia nei paesi in via di sviluppo ed in quelli più sviluppati, ha valutato che nei primi il costo annuo complessivo sia di 977 miliardi di dollari ed in Europa e negli U.S.A rispettivamente pari a di 50.9 e 55 miliardi di dollari.

  3. Per quanto riguarda il mercurio si calcola che ogni anno nascano negli U.S.A. da 316.000 a 637.000 bambini con un livello di mercurio nel sangue ombelicale superiore a 5,8 mcg/litro, livello che determina diminuzione significativa del Quoziente Intellettivo (Q.I.); uno studio ha valutato che la perdita di produttività negli U.S.A. conseguente all’aumento di popolazione con minor Q.I. è calcolato in 8,7 miliardi di $. Un analogo studio è stato condotto di recente in Europa ed ha stimato che ogni anno nascano in Europa (specie nel Sud Europa) 1.8.milioni di bambini esposti durante la gravidanza a livelli di mercurio( misurato nei capelli della madre) che eccedono il limite di 0.58 μg/g, considerato privo di rischi dall’OMS e circa 200.000 bambini nascono da madri con livelli di mercurio nei capelli oltre i 2.5 μg/g. E’ stato stimato che questo comporti una perdita ogni anno di ben 600.000 punti di Quoziente intellettivo (QI) e prevenire questa perdita di QI comporterebbe un beneficio economico per la comunità stimato in 8.000-9.000 Euro ogni anno.

  4. Uno studio condotto da un ampio panel di esperti ha identificato una probabilità del 70-100% che l’esposizione a ritardanti di fiamma (PBDE) e organofosfati contribuisca alla perdita QI (Quoziente Intellettivo) e patologie del neurosviluppo nella popolazione europea. L’esposizione a PBDE nel 2010 avrebbe comportato complessivamente una perdita di 873.000 punti di QI e 3290 casi di disabilità intellettiva, per un costo pari a 9.59 miliardi di euro. L’esposizione prenatale ai soli pesticidi organofosfati comporterebbe ogni anno in Europa la perdita di 13 milioni di punti di QI e 59.300 casi di ritardo mentale, con costi annui stimati in 146 miliardi di €

  5. Del tutto recentemente gli stessi Autori hanno rivalutato i costi per patologie attribuibili ai più importanti interferenti endocrini, arrivando a concludere che per perdita di QI, disabilità intellettuale, autismo ADHA, endometriosi, obesità dell’adulto e del bambini, diabete dell’adulto, criptorchidismo, infertilità maschile, e mortalità associata a ridotti livelli di testosterone i costi a livello europeo ammontino annualmente a 163 miliardi di Euro.

  6. Ma anche l’inquinamento acustico comporta danni alla salute e notevoli costi economici: uno studio condotto in Svizzera ha valutato che l’esposizione cronica all’inquinamento acustico e alla cattiva qualità dell’aria abbia causato, nel 2010, rispettivamente 6000 e 14.000 YLL (anni di vita persi) e che ci siano stati un totale di 8700 giorni di degenza cardiorespiratori attribuiti all’esposizione all’inquinamento atmosferico e 22.500 giorni di degenza a causa del solo rumore.

  7. Secondo Censis i costi diretti dell’assistenza a pazienti con decadimento cognitivo in Italia ammontano a oltre 11 miliardi di euro, di cui il 73% a carico delle famiglie.

6) Quindi l’unico modo per sopravvivere è smettere di respirare, oppure ci sono possibilità di cambiamento e/o di intervento per mitigare questo problema?

Ovviamente non possiamo smettere di respirare, ma respirare aria pulita è un diritto basilare, specie per i più piccoli e fortunatamente, non mancano le buone notizie perché quando migliora la qualità dell’aria migliora anche la salute. Un concetto fondamentale che come medici ISDE vogliamo diffondere è quello di contrastare il più possibile i processi di combustione che sono alla base della cattiva qualità dell’aria. Su questo come ISDE abbiamo lanciato la campagna “combustioni zero” (10). Se vogliamo sopravvivere dobbiamo contribuire a creare una nuova cultura che porti a preservare gli ecosistemi e quei Beni Comuni ( Aria, Acqua, Suolo) che hanno consentito la Vita sul pianeta. Parlando di qualità dell’aria dobbiamo quindi investire sul risparmio energetico, su una diversa mobilità, sul recupero dei rifiuti e non sul loro incenerimento nell’ottica della Economia Circolare; in definitiva sulla energia veramente rinnovabile che è solo quella del sole e certo non dare il via libera a trivellazioni in mare e in terra come purtroppo recentemente è stato fatto nel nostro paese. Le soluzioni esistono e quando gli inquinanti presenti in aria, acqua, cibo si riducono, la salute umana, in particolare dell’infanzia, rapidamente migliora. Sono stati fatti molti studi su questo tema e ciò non deve stupire perché è ovvio che se si agisce sulle cause che sono all’origine delle malattie ( e non solo cercando terapie troppo spesso inutili e costose) la salute ci guadagna!

ed anche su questo si ritiene utile fornire qualche concreto esempio

  1. Un importante studio pubblicato sul NEJM ha dimostrato che la riduzione dei livelli di NO2, PM 2,5, PM 10 registrata in città della California dal 1994 al 2011 ha comportato un significativo miglioramento della funzionalità respiratoria con diminuzione degli attacchi d’asma nell’infanzia.

  2. Già in precedenza era emerso, sempre in alcune città degli Stati Uniti, che la diminuzione del PM2,5 comportava una repentina riduzione della mortalità per tutte le cause e dopo solo 3 anni anche della morte per cancro al polmone

  3. A distanza di circa 20 anni dalla messa al bando di alcuni pesticidi in Svezia uno studio di L. Hardell aveva dimostrato che non i linfomi non aumentavano, a differenza di quanto si registra negli altri paesi. Ricordiamo che nella età 15-19 i linfomi nel loro complesso in Italia aumentano del 2,9 % all’anno ed i linfomi di Hodgkin addirittura del 3.6% all’anno. dai dati patologia che in Italia.

  4. Un’ alimentazione biologica in gravidanza ha dimostrato di ridurre in modo significativo il rischio di ipospadia e da un recente studio condotto in Norvegia su 28.192 gravide è emerso che il rischio di pre-eclampsia nel gruppo che aveva praticato abitualmente durante la gravidanza una dieta biologica è risultato quasi dimezzato (OR=0,76) rispetto al gruppo che aveva avuto una alimentazione

  5. Il miglior profilo nutrizionale degli alimenti biologici è emerso anche da una recente meta analisi che ha preso in esame 343 studi condotti per valutare caratteristiche nutrizionali e presenza di contaminanti in alimenti biologici e convenzionali. Lo studio ha dimostrato che negli alimenti ottenuti da coltivazioni biologiche la presenza di antiossidanti e polifenoli era superiore in modo statisticamente significativo (dal + 19% al +51%) rispetto ai prodotti ottenuti da una agricoltura industriale e ben sappiamo l’importanza di questi elementi nella dieta nel proteggere la salute umana! Viceversa i residui di pesticidi erano mediamente 4 volte più elevati nei prodotti non biologici in cui erano presenti anche più elevati livelli di cadmio

  6. Dott.ssa, qual’ è la Sua opinione rispetto al discusso fenomeno delle scie chimiche?

La ritengo semplicemente una “bufala” come del resto emerge da uno dei pochissimi studi pubblicato sull’argomento http://iopscience.iop.org/article/10.1088/1748-9326/11/8/084011/pdf

Ancora una volta non riesco a capacitarmi di come molte persone, invece di attivarsi per contrastare i tanti inquinanti indiscutibilmente presenti nel nostro ambiente e nei nostri stessi corpi, inseguano queste fantasie prive di qualunque fondamento scientifico.

Dalle sconcertanti e interessanti informazioni riportateci dalla Dottoressa Gentilini, possiamo facilmente renderci conto di cosa significhi e comporti, oggi, per ciascuno di noi, respirare aria, sarebbe bene tenere in memoria che respirare, è l’attività primaria e necessaria ad un Essere Vivente per sopravvivere. La responsabilità è di ogni singolo individuo, convinciamoci che noi siamo parte della comunità intera e che è nostra la responsabilità dell’intero pianeta e che dalla sua e salute dipende direttamente la nostra vita. Vivere meglio, dipende da noi!

Bibliografia

  1. http://www.who.int/mediacentre/news/releases/2016/air-pollution-estimates/en/
  2. http://www.eea.europa.eu/publications/air-quality-in-europe-2016
  3. Hamra GBGuha NCohen A Outdoor particulate matter exposure and lung cancer: a systematic review and meta-analysis.Environ Health Perspect. 2014 Sep;122(9):906-11.
  4. European Environment Agency Fact sheet 02/2002. Copenhagen and Brussels, 15 April 2002. Guidelines for Air Quality, WHO, Geneva, 1999.
  5. Perez L. et al. Near-roadway Air Pollution and Childhood Asthma: Implications for Developing ‘Win-Win’ Compact Urban Development and Clean Vehicle Strategies. Environmental Health Perspectives, 2012.
  6. Leonardo Trasande, Patrick Malecha, Teresa M. Attina.  Particulate Matter Exposure and Preterm Birth: Estimates of U.S. Attributable Burden and Economic Costs. Environmental Environ Health Perspect. 2016 Dec;124(12):1913-1918
  7. Cavallo MCGugiatti AFattore GGerzeli SBarbieri DZanini R. Cost of care and social consequences of very low birth weight infants without premature- related morbidities in Italy. Ital J Pediatr.  Aug 19;41:59. 2015.
  8. Candela S,  Ranzi A Air pollution from incinerators and reproductive outcomes : a multisite study. Epidemiology. 2013 Nov;24(6):863-70
  9. Candela S, Bonvicini Exposure to emissions from municipal solid waste incinerators and miscarriages: A multisite study of the MONITER Project. Environ Int. 2015 May;78:51-60.
  10. http://www.isde.it/wp-content/uploads/2016/04/2016-Campagna-ISDE-No-Combustioni.pdf

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.