COP21: IL TEMPO È SCADUTO

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È l’ultima possibilità a nostra disposizione per cambiare rotta, abbandonando l’utilizzo dei combustibili fossili in favore di forme di energia sostenibili. La posta in gioco è alta: non solo la salvaguardia dell’ambiente, ma anche la speranza di contenere i conflitti, la povertà e le migrazioni scatenati dagli effetti dei cambiamenti climatici in atto.

In una Parigi ancora stretta nella morsa del terrore, il 10 Dicembre scorso è iniziata la XXI Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, COP21.

Il principale obiettivo è quello di siglare un accordo che limiti il riscaldamento climatico per evitare una catastrofe ambientale irreversibile: 1000 miliardi è la quantità di CO2 che può essere immessa in atmosfera entro il 2050 per evitare un riscaldamento superiore ai 2°C.

Le posizioni sono, però, fortemente contrastanti: da un lato, i ricchi Paesi occidentali fanno mea culpa e si dichiarano pronti a rimediare, spingendo per un accordo vincolante; dall’altro, i cosiddetti “giganti emergenti” (quali Cina e India) rivendicano il principio della responsabilità comune ma differenziata: rinunciare alle energie fossili significherebbe frenare il loro sviluppo per riparare ai danni causati in oltre due secoli dai Paesi più avanzati.

Ma l’importanza storica del vertice sul clima va ben oltre le mere motivazioni politiche.

Già il IV rapporto IPCC 2007 aveva affermato l’inequivocabile veridicità scientifica del cambiamento climatico in atto e la responsabilità antropica dell’innalzamento delle temperature.

Il fenomeno è infatti causato dall’aumento dei gas ad effetto serra rilasciati dalle attività umane: combustione di carburanti fossili, modifiche della destinazione del suolo, messa in discarica dei rifiuti, utilizzo di gas fluoruranti di origine industriale.

Quali sono, realmente, i rischi cui si va incontro?

  1. Minaccia della salvaguardia della biodiversità, poiché specie ed ecosistemi con limitate capacità di adattamento rischierebbero l’estinzione;
  2. Eventi meteorologici estremi, quali ondate di calore, precipitazioni, allagamenti;
  3. Gli impatti, colpirebbero maggiormente le popolazioni più svantaggiate;
  4. Collegamento di Hot Spots in cui, inizialmente si verificano i cambiamenti;
  5. Eventi bruschi ed irreversibili con effetti sull’intero Pianeta, al superamento di determinate soglie.

È dunque facile intuire come le conseguenze dei cambiamenti climatici riguardino non solo l’ambiente in sé, ma anche la vita di chi lo popola: riduzione della ricchezza, maggiore difficoltà nella lotta alla povertà, problemi di accesso alle risorse alimentari, aumento della diffusione di malattie.

Non solo: un aspetto che troppo spesso viene trascurato è quello delle migrazioni climatiche; tra il 2008 ed il 2014 circa 157 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare il loro luogo di origine a causa dei cambiamenti climatici

Al problema delle eco-migrazioni si affianca quello dei conflitti scatenati dalla scarsità di risorse naturali e mezzi di sostentamento che ne consegue: la desertificazione in Siria, lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi che ha distrutto gli ecosistemi in Nigeria, la carenza di acqua in Darfur.

Anche se le emissioni caleranno, il riscaldamento globale continuerà a crescere a lungo per i processi fisici già in atto: il tempo che avevamo a disposizione per fermare il cambiamento climatico senza danni è già scaduto, ma è ancora possibile contenerli a patto di intervenire subito e con determinazione. La parola d’ordine è “urgenza”.

di Federica Garbellini

Conferenza sul Clima di Parigi… come è andata a finire?

Quanto segue riporta In breve ciò che è stato detto:

  • Limitare il riscaldamento globale entro 1,5 gradi centigradi;
  • Stanziare 100 miliardi di dollari all’anno fino al 2020 da destinare ai paesi in via di sviluppo;
  • Limitare le emissioni nocive con revisione dei piani nazionali per il taglio dei gas serra ogni cinque anni.

Vuoi saperne di più?  A questo link puoi trovare la versione definitiva dell’accordo sottoscritto dai capi di stato riuniti alla COP 21 di Parigi:

Accordo COP21


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